Antonov An-26 E Air Bright "Expendables 3"


 Dati Kit
ModelloAntonov An-26 E    
Produttore, scala
  
Amodel, scala 1/72, 211 pezzi
  
 Cenni storici
SoggettoLZ-ABR - Air Bright
Forza, livreaVettore cargo civile con livrea da film "The Expendables 3"
Luogo e periodoFrancoforte, novembre 2013
Cenni storici
L'Antonov An-26 è un bimotore a turboelica da trasporto leggero ad ala dritta progettato dall'OKB 153 Antonov in Unione Sovietica negli anni settanta. Venne progettato per un uso principalmente militare, con un ampio portellone di carico che funge anche da rampa e fu impiegato negli anni successivi dall'Aeronautica militare sovietica e da numerose forze aeree del Patto di Varsavia e filosovietiche a livello mondiale. Ne venne ricavata anche una versione destinata al servizio civile, tuttora operativa con diverse compagnie aeree cargo a livello mondiale. Il primo volo dell'An-26 avvenne nel 1960. Il vano di carico ha rotaie per movimentare colli da 2T e un paranco elettrico di sollevamento. Sui lati interni della fusoliera vi sono panche per 40 paracadutisti. Il vano di trasporto è pressurizzato, per la prima volta in una macchina sovietica.
Il modello rappresenta un cargo civile del vettore bulgaro Air Bright che fu utilizzato nel film "The Expendables 3", di cui porta ancora la livrea e le insegne.
  
 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con autocostruzioni (cinture, accessori, decal)
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento ad olio
Tempistichework in progress | marzo - ottobre 2016
Ambientazione
  

  
 Note
Ha partecipato alla campagna di Modellismo Più 2016 "Shark Mouth"
  
 Foto del soggetto originale

 W.I.P. - La costruzione del modello

Ho deciso di partecipare alla campagna "Shark Mouth" 2016 di Modellismo Più con un modello un po' anomalo per le mie abitudini: per nulla italiano e decisamente grande. Ma, in effetti, mi appassionano sempre più i soggetti che hanno una storia particolare e questo di particolarità ne ha diverse.

Innanzitutto il modo in cui lo ho scoperto, incrociandolo per caso su Flightradar24, quando nel febbraio 2015 passò vicino all'aereo su cui viaggiava mia figlia in approccio a Orio al Serio.
Di seguito lo screen shot del nostro "primo incontro" e la sua foto in atterraggio a Orio al Serio.

Foto pubblicate ad esclusivo scopo di discussione modellistica.
Ma anche la sua "carriera" è unica: da normale cargo privato della bulgara Air Bright a co-protagonista di "The Expendables 3", dove ha ricevuto una livrea mimetica che trovo fantastica.
Il film con un cast d'eccezione (tra cui Stallone, Schwarzenegger, Gibson, Ford, Banderas, Lundgren, Snipes, ...) è stato girato a Sofia e nel porto di Varna (Bulgaria) tra il 19 agosto e il 25 ottobre 2013.


Questo Antonov civile sfoggia ancora oggi la splendida mimetica, durante i suoi normali viaggi di lavoro, attirando tutti gli occhi su di lui ad ogni sua sosta negli aeroporti europei.

Per riprodurre l'An-26E in 1:72 è necessario il kit 72118 della Amodel, che rappresenta la versione "late".
Non mi risulta esistano in commercio le decal, ma in ogni caso preferisco riprodurle personalmente.
Si tratta di un bimotore dall'apertura alare importante, ma dalla dimensione della scatola pensavo quasi che la fusoliera o le ali fossero in un pezzo unico. Sbagliavo!  Rannicchiata nella scatolona sovradimensionata c'è una busta trasparente con un gran numero di piccole stampate.



La qualità delle stampate è quella tipica di Amodel, che definire pessima è già un complimento. Ho già esperienza di questo marchio, ma ho l'impressione che la qualità abbia un andamento inversamente proporzionale alla dimensione, perché i difetti di stampa sono talmente grandi che non si parla di lima, ma di cutter (e di quelli grossi). Da considerare che il kit non è propriamente a buon mercato, perché si aggira ovunque sopra i 40€.
Ma è inutile prendersela, perché è l'unico kit disponibile per realizzare questo velivolo e quindi farò tutto il possibile per portarlo a termine.
Completano la fornitura le istruzioni e due fogli decal, a cui chiaramente dovrò aggiungere quelle che mi sto disegnando per rappresentare il soggetto civile che vorrei realizzare.

Ho iniziato a mettere le mani sulla plastica di questo kit e, a dire la verità, più che in "The Expendables 3" mi sembra di essere entrato in "Mission Impossible". Ma non mi posso proprio lamentare, perché in effetti il produttore del kit scrive chiaramente in inglese e in russo che "Il modello è stampato con tecnologia short run, solo per modellisti esperti" (cosa che mi illuderò di essere solo se riuscirò a portarlo a termine). 
Ecco qui una foto delle istruzioni e un dettaglio delle stampate, dove ho evidenziato alcuni "impercettibili" difetti che non riusciranno comunque a distogliermi dal mio obiettivo (spero).

Non è mia abitudine lamentarmi troppo della qualità dei kit e non sono proprio abituato a montare kit che "si montano da soli"; anzi, devo dire che traggo più soddisfazione a guadagnarmi il modello sul campo. Il kit non è proprio a buon mercato, perché lo si trova in rete mediamente tra i 40 e i 50€, un po' tanti per la scala, per la qualità delle stampate e per i miei gusti. Però mi sono studiato le istruzioni e va notato che i dettagli che si possono riprodurre sono molti, per un totale di 211 pezzi. Anche il dettaglio superficiale sembra buono, sperando di non perderlo tutto a causa delle numerose stuccature che si renderanno necessarie.

Ho iniziato a studiare gli interni, di cui, una volta chiuso il tutto, non si vedrà quasi nulla, ma è più una questione di principio che mi porta a studiare il soggetto che sto realizzando.
Il problema è che, nonostante la livrea mimetica, il mio soggetto è un velivolo da trasporto utilizzato per scopi civili, mentre il kit offre una versione militare. Studiando i pochi fotogrammi del film in cui si vedono gli interni, non c'è nulla che faccia capire le differenze, se non il fatto che la porta del pezzo 25 è stata sostituita con una tenda di un colore grigio più chiaro del resto degli interni e che i sedili dei piloti sono dotati di poggiatesta. Nel film non c'è nemmeno traccia dello strumento montato in posizione centrale sopra al cockpit.
Il mio dubbio però riguarda la postazione rappresentata dai pezzi 42 e 21, dove quest'ultimo sembra rappresentare apparecchiature che non sono convinto ci siano sul velivolo civile. Ho scritto alla Air Bright 
(la compagnia che gestisce questo cargo) chiedendo cortesemente informazioni, ma non ho ottenuto alcun cenno di risposta (immagino non siano interessati alla pubblicità gratuita di un modellista italiano).

Dopo aver passato un po' di tempo a pulire i pezzi degli interni, ho iniziato il loro montaggio. Ho eliminato la porta della cabina di pilotaggio, che sostituirò con una tenda, e anche la strumentazione posta al centro sopra al cockpit, che ho sostituito con una palpebra come si nota nel film. Forse almeno queste due modifiche si noteranno dai vetri, una volta chiuso tutto.

Ho deciso di investire un po' di tempo sulla personalizzazione, anche se una volta chiuso non si potrà vedere quasi nulla dai vetri. Ma il kit offre dettagli che mi sembrava un peccato non sfruttare e così almeno resterà qualcosa con le foto.
In rete ho trovato diverse fotografie degli interni dell'An-26, ma sembra siano tutte della versione militare, mentre quello che sto facendo io è "civilizzato".
Quindi ho dovuto studiare alcuni fotogrammi del film per capire quali fossero le differenze sostanziali. I sedili hanno un poggiatesta e delle imbottiture aggiuntive, che ho riprodotto con avanzi di plastica.
I sedili dei piloti hanno delle cinture a 4 punti, mentre quelli posteriori hanno solo le cinture a due punti. Per fare queste ho utilizzato dei ritagli della carta stagnola che chiude lo yogurt, mentre i ganci sono fatti con filo metallico.

Il kit fornisce due fogli decal, che includono la strumentazione, anche se purtroppo in bianco e nero. Quindi ho provveduto ad aggiungere le spie e i pulsanti rossi a pennello, basandomi sulle foto del cockpit.
Anche i volantini sono ben riprodotti e dettagliati. Per fare la tenda che chiude l'abitacolo da 4 posti ho utilizzato un altro pezzo di stagnola, sagomato opportunamente.
Le manette della consolle centrale sono realizzate con filo di metallo e i pomelli gialli con gocce di colla vinilica colorata.
Per completare l'opera ho appoggiato una carta di volo e la mappa di un aeroporto sui due ripiani posteriori.

Certo è che ogni kit Amodel si conferma sempre fonte di gran lavoro. Quando leggo di amici che montano kit senza necessità di modifiche, senza stucco, tanto da poter verniciare le singole parti e poi assemblarle, mi viene da pensare di essere un po' masochista. Ma poi mi dico che il modello è anche bello guadagnarselo e quindi vado avanti e faccio nuove esperienze di vita.
Io comunque sono in queste condizioni: nelle prove a secco risulta abbastanza evidente che avrò da affrontare qualche problemino di accoppiamento. Le due semifusoliere del troncone posteriore presentano un gap di oltre 1 mm (non credo che servano tante frecce a indicare di cosa parlo)

A questo aggiungiamo che, nella parte sottostante, il troncone posteriore di fusoliera è chiuso dalla rampa di carico e da una paratia aerodinamica, che sono abbastanza sovradimensionate in larghezza.
Quindi, per far sì che il troncone posteriore combaci (abbastanza) con quello anteriore, devo andare di cutter, lima e raspa per assottigliare tutto l'assottigliabile.

Spero di poter passare presto dal "lavoro sporco" a qualcosa di più piacevole.Le intenzioni iniziali erano di creare tutti gli interni, visto che il kit lo consentirebbe. Ma, visto che il tempo stringe e che in ogni caso lo farò con la rampa chiusa, per salvaguardarne la linea, ho deciso di chiudere le semifusoliere senza dilungarmi su parti molto complesse e poco precise che non si vedranno mai ad aereo ultimato.
Quindi ho iniziato i grandi lavori di accoppiamento delle semifusoliere, dopo aver incollato con vinavil e mascherato a dovere tutti gli oblò.
Come previsto, si è trattato di un lavoraccio, perché ogni semifusoliera era divisa in 2 parti e le 4 parti non sono facili da accoppiare, sia per problemi di dimensioni, sia per problemi di svergolamenti vari della plastica abbastanza tenera. Ho dovuto ricorrere a forti elastici e pinze (oltre che a tanta pazienza e prove a secco) per riuscire a trovare un compromesso. Inoltre ho deciso di incollare prima la parte anteriore e solo successivamente quella posteriore, perché così mi è risultato più semplice trovare il giusto accoppiamento, concentrandomi solo su una decina di centimetri di lunghezza alla volta.

Tra un incollaggio e l'altro, ho messo mano ai piani orizzontali di coda ho tagliato gli equilibratori per riposizionarli come si vedono in tutte le foto dell'aereo quando è fermo a terra. Fortunatamente i piani orizzontali sono concepiti in un pezzo unico e contribuiranno a dare solidità e allineamento a tutto l'insieme. Anche qui è necessario un gran lavoro di pulizia.

Una volta chiusa la fusoliera e incollate le ali, inizia la lunghissimaa fase di stuccatura, levigatura, stuccatura, levigatura, .........

Per riprendermi fra una stuccata e una scartavetrata, una ristuccata e una riscartavetrata, .........  ho deciso di prendermi una salutare pausa passando temporaneamente alla riproduzione delle eliche e relative ogive.
La base di partenza non sarebbe male, se non fosse per un eccesso di plastica e per il fatto che le parti non combaciano molto.

Anche in questo caso il cutter e lo stucco sono compagni di viaggio irrinunciabili, ma con un po' di pazienza si ottiene un risultato accettabile.

Ho dipinto tutto di nero, dato ce le pale saranno di quel colore e il resto sarà metallico.

Non so se lo stesso valga per gli altri aerei, ma le pale dell'Antonov 26 riportano un codice e sono numerate da 1 a 4 per ogni motore, come si vede di seguito.

Quindi ho riprodotto i codici, che poi sono diventati decal, applicata in sequenza corretta sulle pale.

Nonostante le dimensioni infinitesimali in 1:72, con una foto macro è ancora possibile leggere il codice (e vedere tutti i difetti che ad occhio nudo non si vedranno mai.

Penso che non si dovrebbero fare foto macro così spinte in 1:72, perché ti fanno vedere il modello come nessuno lo vedrà mai dal vivo, se non con una lente. Le eliche dal vivo sembrano molto precise e ben colorate, mentre in macro si vedono puntini e sbavature dappertutto. Ma le decal si leggevano solo da quella distanza

Comunque il lavoro è proseguito con la mascheratura dei vetri e l'incollaggio del pezzo trasparente in posizione. Questo è combacia bene, anche perché avevo già sistemato le dimensioni prima di chiudere la fusoliera.

E finalmente, dopo diversi mesi di dolorosa astinenza, ho finalmente ripreso a utilizzare l'aerografo e ho fatto il preshading al grosso bimotore.


Finita la fase di preshading, durante cui ho trovato alcuni difetti (con conseguenti ennesime stuccature e levigature), sono finalmente passaro alla verniciatura delle superfici inferiori.
Ero convinto di cavarmela rapidamente, ma da un'attenta analisi delle foto dell'aereo in atterraggio ho notato che la strana mimetica splinter è stata applicata anche sotto alle superfici alari.
Quindi ho preso a studiare le varie foto per decidere come applicare lo schema e quali colori scegliere. Logicamente non ci sono riferimenti sui colori e bisogna basarsi sull'occhio, valutando le foto nelle diverse condizioni atmosferiche.
Per prima cosa ho steso un grigio molto chiaro (Gunze H338) sul ventre della fusoliera e un grigio solo leggermente più scuro (Gunze H307) sotto alle ali. Questa è la base più chiara delle 3 tinte della mimetica.

Poi ho lavorato con mascherature successive per applicare gli altri grigi dello splinter, Tamiya XF53 e Gunze H333.

Il risultato finale mi sembra abbastanza in linea con quello che si vede nelle foto e mi lascia abbastanza soddisfatto.

Quindi sono passato alla verniciatura della complessa mimetica superiore, che voglio riprodurre il più fedelmente possibile all'originale, disponendo di foto dall'alto e, parzialmente, dal basso.
Anche in questo sono partito con il colore più chiaro, il Gunze H307.

Una volta asciutto, ho iniziato la laboriosa mascheratura per poter stendere il grigio medio, Tamiya XF53.

Infine ho sovrapposto la mascheratura per stendere il grigio più scuro dello splinter, Gunze H333.
La fase di mascheratura mi ha tenuto occupato complessivamente per 9 ore e mezza (!!!), perché ho dovuto studiare le foto dalle diverse angolature per capire come fosse l'andamento, che ogni tanto presenta anche linee curve.

Una volta dato l'ultimo colore, è stata necessaria un'altra ora per togliere il nastro, facendo attenzione a non fare danni alla superficie già colorata. Il risultato mi sembra abbastanza buono, anche se visto così fa uno strano effetto, perché i grigi non hanno la stessa finitura e il medio è semilucido.

Ora ci sono da fare un po' di ritocchi e, naturalmente, da rappresentare i bordi d'attacco alari in metallo, cosa che cambierà radicalmente l'aspetto della livrea, che dovrebbe diventare così.

Anche se la foto fa pensare a tinte che virano verso l'azzurro, in altre foto prese dal basso e in condizioni atmosferiche più neutre sembra che le tinte siano effettivamente grige e quindi mi sono basato sull'occhiometro per la scelta dei colori.
Il lavoro è proseguito con l'applicazione delle decal. Il kit fornisce due fogli decal per diversi soggetti (russo, ucraino e UN), ma di questi utilizzerò solo i pochi stencil che sono rimasti anche sul mio soggetto civile, dopo la riverniciatura da film.
Naturalmente le decal specifiche del soggetto le ho dovute disegnare io e devo dire che le misure sono azzeccate.
Però, al momento di attaccare l'insegna in fusoliera sinistra con i teschi delle missioni (perché non credo siano gli "abbattimenti"), mi sono accorto di aver fatto un errore clamoroso! Infatti avevo disegnato la grafica di destra e mi sono limitato a duplicarla, senza accorgermi che sulla sinistra i teschi sono in posizione specchiata.
Peccato che me ne sono accorto solo dopo che avevo già attaccato i teschi (che per fortuna avevo deciso di tagliare rispetto all'insegna. Fortunatamente sono riuscito a staccare la decal e posizionarla nuovamente sul supporto, dove ho potuto ritagliare il teschio di sinistra.

Una volta attaccati i 6 teschi, ho potuto riposizionare il settimo sulla destra, come è giusto che sia.

Ed ecco come si presenta la grafica una volta finita (e anche questa è fatta).
Il resto del lavoro di applicazione delle decal è andato liscio e non ho riscontrato particolari problemi, a parte l'errore già descritto e la grande insegna sulla coda, che ha necessitato di una buona dose di ammorbidente per adattarsi al raccordo tra la deriva e il timone. 
Le decal Amodel sono stampate bene, ma le parti trasparenti non lo sono affatto e quindi vanno ritagliate attentamente (ma lo faccio normalmente con tutte le decal).
L'Antonov in questione, prima di ricevere la nuova livrea mimetica, era bianco. Forse per questo motivo ora presenta diverse "etichette" bianche; probabilmente si tratta di informazioni necessarie, che immagino siano state mascherate al momento dell'applicazione della nuova livrea mimetica. Dato che si notano parecchio nelle foto dall'alto, ho pensato di riprodurle utilizzando dei piccolissimi rettangoli di decal bianca.
Ora che lo vedo finalmente a buon punto, con occhi e bocca, mi ricordo perché con questo soggetto è stato amore a prima vista.

Si prosegue con la "giornata del dettaglio", con l'applicazione degli scarichi, delle ruote e degli svariati sensori e antennine varie. Ho anche scoperto che questo Antonov civile ha un "accessorio" bianco molto visibile sopra alla cabina e lo ho riprodotto meglio che potevo.
Per quanto riguarda gli scarichi, quelli offerti dal kit sono un po' semplificati, nel senso che presentano solo i grossu tubi esterni, mentre gli scarichi reali hanno i tubi visibili color acciaio, ma anche dei tubi interni che sono di un colore nero tendente al blu. Ho autocostruito questi ultimi utilizzando nelle cannucce della misura corretta.

Sono particolarmente soddisfatto delle luci di navigazione alari e dei beacon. Nella stampata dei trasparenti, il kit fornisce il materiale (grezzo, come sempre) per riprodurli ed è stato facile trapanare con una piccola pinta per fare un forellino che poi ho riempito del colore corrispondente, per simulare la lampadina. Alla fine ho dipindo la parte da incollare con colore argento. L'effetto finale mi sembra sufficientemente realistico, nonostante le dimensioni.

Tra un dettaglio e l'altro, ho iniziato la fase del lavaggio a olio, per dare un po' più di realismo generale al bimotore e togliergli l'aspetto ancora un po' troppo giocattoloso.
Ecco le superfici inferiori. In realtà non si nota molto nella foto, perché sono stato un po' leggero, dato che nelle diverse foto l'aereo sembra sempre abbastanza pulito.

A parte alcuni ritocchini che scopro di dover fare qua e là (che mi obbligano ogni volta a ricorrere a mascherature e aerografo), ho iniziato anche la fase di finitura delle superfici superiori.
Innanzitutto ho applicato delle velature con alcool solo sporcato con il colore più chiaro della mimetica e una punta di azzurro. Ho insistito soprattutto sulle aree centrali dei pannelli e sulla sommità del velivolo, per dare un po' di luce azimutale.
Per il lavaggio ad evidenziare le pannellature, ho pensato di utilizzare un grigio di payne, che mi sembra più adeguato sia alle zone di utilizzo dell'aereo, sia per il fatto che contribuirà a virare ulteriormente il colore verso una tinta più fredda, come si vede in alcune foto dell'aereo.
Quindi l'Antonov si presenta così ed è in attesa di essere pulito.

Ed ecco il modello finito, con alcuni piccoli ritocchi ad aerografo nei punti dove con il lavaggio mi sono accorto di imperfezioni e con l'acciunta dei dispersori, molto piccoli in 1:72, ma che comunque danno quel tocco in più di dettaglio che non fa mai male.

Per quanto riguarda l'ambientazione, la mia idea è di riprodurre abbastanza fedelmente la superficie aeroportuale su cui era parcheggiato il velivolo nel settembre 2013, quando aveva esattamente la livrea, le insegne e i codici con cui lo ho riprodotto. Le fotografia su cui mi baso è questa:

Per raggiungere lo scopo, ho riprodotto la grafica al PC, utilizzando delle foto di piastre in cemento, opportunamente ridimensionate. Su queste ho disegnato la segnaletica orizzontale come da foto. Ho avuto qualche problema con i colori della stampante e quindi ho preferito non stampare i colori e sovrapporre solo successivamente la riga gialla ad aerografo.
La basetta da 37x39cm è in normale compensato da 1cm, verniciato in nero dove necessario. 
Su questo ho poi incollato le piastre ritagliate, in modo da ottenere l'effetto più simile a quelle reali. Dato che la carta un po' pesanto utilizzata era leggermente lucida, una volta posizonate le piastre le ho passate con un pennello piatto duro e acqua, per ottenere un effetto più simile al cemento.

Ora si tratta solo di incollare il tutto, aggiungere la pozzanghera e vedere l'effetto che fa con il cargo parcheggiato.
Nei giorni successivi ho concluso la preparazione della basetta (37x39cm) incollando le piastre, sistemando le giunzioni e aggiungendo la pozzanghera, realizzata con olio e finita con future, per darle la lucidità che contrasti con l'opacità del cemento.

Nel frattempo ho iniziato a riprodurre i coni che servono a delimitare lo spazio attorno all'aereo e davanti alle eliche, come si vede nella foto. Ho pensato a quale fosse la soluzione più pratica e alla fine ho pensato di convertire a migliore utilizzo una classica posata cinese. Ho provato a stimare l'altezza del cono, e a riproporzonarla alla scala 1 :72. La base nera è fatta con la plastica dello sportellino scorrevole di un vecchio dischetto da 3,5'' (per chi si ricorda ancora cosa fossero). Il risultato non è perfetto, a causa della porosità del legno, ma tra colore e future le imperfezioni ad occhio nudo sono invisibili.

L'ambientazione che ho cercato di riprodurre è quella mostrata in questa foto qui sotto a destra, con l'aereo parcheggiato in un'area aeroportuale. Il risultato è quello della foto a sinistra e, seppure con qualche limitazione dovuta alla differenza dell'obiettivo, della distanza e della luce, mi sembra passabile.
Ho aggiunto qualche cono in più, per rendere la cosa più "regolamentare" nella delimitazione dell'ingombro dell'aeromobile.

Per completare il dioramino, ho voluto aggiungere degli altri elementi gialli che si abbinassero alla riga della segnaletica orizzontale. L'elemento più vistoso è il pulmino di sevizio aeroportuale, la cui realizzazione è riportata in questo WIP. Essendo questo una semplice comparsa, non ha senso parlarne qui.
I blocchi gialli alle ruote sono il secondo elemento di colore in questo diorama, che altrimenti solo in "scala di grigi".
Spero che le foto vi piacciano.

E in conclusione alcune foto con sfondi adeguati, presi personalmente a Francoforte.



© Michele Raus | Club Modellismo Più Trento

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