Kamov Ka-27PS

 Dati Kit
Modello Kamov Ka-27PS "Helix D" Search And Rescue    
Produttore, scala
  
Zvezda, scala 1/72, 123 pezzi
  
 Cenni storici
Soggetto23 giallo, special color "sharkmouth"
Forza, livrea19a Squadra Autonoma Elicotteri della Guardia Costiera Russa
Luogo e periodoArkhangelsk, Mar Bianco - 2000
Cenni storici
Il Kamov Ka-27 (codice NATO Helix) è un elicottero biturbina con doppio rotore controrotante a tre pale, progettato dall'OKB diretta da Nikolaj Il'ič Kamov e sviluppato in Unione Sovietica agli inizi degli anni settanta. Tra le diverse varianti, il Ka-27PS (PS sta per SAR) è la versione destinata alle operazioni di ricerca e soccorso in mare, anche in condizione meteo difficili. Il Ka-27PS può essere inoltre equipaggiato con maschere d'ossigeno, tute per il salvataggio in mare, uno speciale sistema di luci e attrezzature che permettono di lanciare potenti radiosegnali nella zona di soccorso, oltre a un verricello in grado di sollevare fino a 300 Kg.
 Il soggetto scelto era in carico alla Marina Russa, per poi passare alla Guardia costiera, dove le stelle rosse furono sostituite dalle bandiere russe, mantenendo però la "bocca di squalo" e il codice 23, per poi perdere anche quest'ultimo gli anni seguenti.

  
 Realizzazione
Produzione da scatola con autocostruzioni (interni, e varie) e decal Begemot per Ka-27
Colorazione Colori acrilici a pennello e aerografo, invecchiamento ad olio.
Tempistiche 46 ore | gennaio - febbraio 2014
Ambientazione
  
Basetta in plexiglass di recupero e stampa su carta
  
 Note
2° classificato nella Campagna di Modellismo Più  "Russia 2014"
  
 Foto soggetto originale





 W.I.P. -  La costruzione del modello
Ho deciso di partecipare alla campagna "Russia" 2014 di Modellismo Più, anche se vado "fuori tema" rispetto alla mia consueta produzione (italianofila). La decisione è arrivata velocemente, quando, cercando informazioni per riprodurre un Kamov della Heliswiss che ho ripreso all'aeroporto Caproni, sono rimasto "folgorato" dalla foto di questo sharkmouth su una nave, probabilmente americana, durante un'esercitazione congiunta.

 Foto pubblicata ad esclusivo scopo di discussione modellistica (autore ignoto)

Il soggetto prescelto però non sarà esattamente questo (che presenta la stella rossa sulle code), ma lo stesso qualche tempo dopo, quando le stelle furono sostituite con le bandiere russe, in uso alla Guardia Costiera. Infatti, dopo lunga navigazione in google, una ricerca in lingua russa mi ha trovato la foto del soggetto a cui si riferiscono le decal della Begemot. Come si vede, si tratta di una versione intermedia tra quella con "stella rossa e 23 giallo" e quella con "bandiera e codice nero RF-19590".

Infatti questo soggetto lo denominerò "bandiera russa e 23 giallo".

  Foto pubblicata ad esclusivo scopo di discussione modellistica (autore ignoto)

Il kit sarà lo Zvezda 7247 1/72, poco reperibile e quindi acquistato per corrispondenza da un negozio in Ukraina. Contrariamente alle mie abitudini di fare tutto da scatola e auto-produzione, mi sono concesso il lusso della coppia di fogli decal della Begemot, dedicati alla famiglia degli "Helix".
 

Ho iniziato a pulire i pezzi forniti dal kit per riprodurre gli interni. La plastica mi sembra di ottima qualità, ben lavorabile e i due semigusci della fusoliera sembrano a prima vista ben dettagliati. Non si può dire altrettanto degli interni, che sono invece particolarmente ... "tristi". Gli unici pezzi che si salvano sono la cloche e il pannello della strumentazione, che riproduce fedelmente quello del soggetto. La parte rossa è un mio riempimento di due buchi nei sedili. Sono partito con un minimo di miglioramento, che comporterà la creazione dei particolari cuscini dei sedili, delle cinture, del visore da applicare al monitor circolare, nonché il rifacimento della parete posteriore, che nel kit è di fantasia.
Dopo un lungo lavoro di taglia/incolla con diversi materiali, come la plastica di vario genere, il cartoncino per il rivestimento di stoffa degli schienali, la stagnola e il fil di ferro per le cinture, la pellicola trasparente per la strumentazione della nuova parete ... questo è ciò che rimane degli interni

Le autocostruzioni hanno riguardato i rivestimenti dei sedili, le cinture, il visore del posto destro, le leve nella consolle centrale, l'estintore, tutta la consolle superiore e i quadri strumenti neri, applicati per ottenere lo spessore dovuto. Come base per la riproduzione, sono stato molto fortunato nel trovare delle ottime foto del Ka-27PS su un forum russo.
Ecco qui gli interni paraticamente finiti, mancando solo un leggero lavaggio per rendere l'abitacolo solo un po' vissuto.

Una volta effettuato il lavaggio per rendere leggermente più vissuto l'abitacolo ed evidenziare meglio gli oggetti, ho iniziato le prove di inserimento a secco, scoprendo che i riscontri porterebbero l'abitacolo troppo arretrato. Il problema è che, avanzando la struttura, la parete dietro al pilota non ci sta in altezza e va in conflitto con il tetto. Quindi ho dovuto risolvere tagliandone un pezzo.
Ho già intuito che una volta posizionato il tetto, il lavoro fatto sulla strumentazione della parete disposta lungo l'elicottero risulterà completamente inutile, dato che non si riuscirà a vederla (pazienza). Lascerò invece aperto il portello sinistro, in modo da non rendere del tutto vana la riproduzione degli interni.

Ed ecco le varie fasi con cui ho autocostruito ciò che mancava sul tetro della strumentazione frontale, dato che dalle vetrate qualcosa si può intravvedere. Inoltre ho deciso di lasciare il portello del pilota aperto, visto che in questo caso, a differenza di ciò che accade con gli aerei, non va a rovinare l'estetica.

Ecco la copertura della strumentazione, realizzata con avanzi delle stampate.


Qui ho aggiunto un fascio di cavi, che anche nell'elicottero originale è nastrato in giallo. Poi, dopo un'infinità di prove a secco, ho aggiunto la grande vetrata ...


... e chiuso con la copertura e dal blocco delle turbine.

Il lavoro di personalizzazione del mio Helix prosegue, perché ho scoperto che la vetrata fornita da Zvezda non è corretta per il Ka-27PS. Io me ne sono accorto principalmente per il fatto che sul muso dovrò applicare l'ingombrante "shark mouth", ma è abbastanza evidente che il vetro anteriore destro è molto più piccolo del sinistro. Quindi ho dovuto mascherare il vetro e riempire con stucco la parte inferiore.

Nello stesso tempo sono arrivato alla fase di verniciatura, non senza qualche problema.

Innanzitutto la livrea è indicata da diverse fonti come Flat White + Flat Medium Grey. Se sul bianco c'è poco da discutere, sul grigio mi sono trovato in difficoltà perché da una mia tabella di conversione il Medium Grey era eroneamente indicato come Tamiya XF-53 (che invece è il Neutral Grey). Ma io me ne sono accorto solo dopo aver visto il risultato :-( . Allora ho pensato di sfruttare il colore troppo scuro per ottenere almeno un'effetto di pre-shading.

Poi mi sono anche accorto che il mio "23 giallo" sembra essere l'unico (!!!) Kamov 27 ad avere ricevuto una verniciatura "fuori standard", oltre ovviamente alla shark mouth. Da notare infatti che la linea di separazione inferiore tra il bianco e il grigio è più bassa e taglia i gavoni nella parte superiore. Non ho visto altre foto di Helix con questo particolare.


Quindi ... tutto da rifare e questa foto presenta la situazione dopo che ho ampliato la parte bianca e aver mascherato nuovamente per dare il grigio azzurro corretto.

Visto il precedente errore del colore troppo scuro, per scegliere il grigio ho deciso di fidarmi del mio "occhiometro" e ho scelto la tinta direttamente sulla base delle diverse foto del mio soggetto. Infatti il colore non è effettivamente un grigio, ma decisamente un grigio azzurro e il più adatto (secondo me) è il Grigio Azzurro Chiaro FS 36375, molto noto a chi si occupa di Regia Aeronautica.
A livrea ultimata, nonostante il riferimento non sia quello indicato da Zvezda e da Begemot, secondo me la tinta è perfetta per riprodurre il colore reale.


Pensavo che il montaggio della complessa struttura dei carrelli posteriori sarebbe stato molto difficile, soprattutto renderli simmetrici e correttamente inclinati, dato che i montanti principali sembravano storti. Invece, una volta fissati i rinforzi a V il tutto ha preso forma nel modo corretto.

Quindi ho aggiunto il colore ad alta visibilità. Nelle diverse foto ne ho visti proprio "di tutti i colori", dal giallo dei Kamov scandinavi al rosso di alcuni soggetti militari russi. Ma il più ricorrente, soprattutto per la Guardia Costiera, sembra essere il rosso-arancione fluo. Quindi ho preso il Lifecolor LC23 (FS38915) e ho aggiunto quel poco di rosso per scurirlo un po', finché ho raggiunto una tonalità che assomigliasse alle foto.

Poi sono passato al nero in corrispondenza delle turbine.

Infine mi sono cimentato nella riproduzione di alcuni dettagli importanti non presenti nel kit, come alcuni tubi molto visibili e soprattutto la scaletta dalla struttura un po' complicata, che è un elemento che si nota parecchio. Per tutto ho utilizzato del filo elettrico di metallo, visto che la scaletta andrà poi dipinta di nero e nelle foto risulta sempre consumata, con il metallo in evidenza.

I seguito ho "futurizzato" il Kamov e ho avviato la delicatissima applicazione delle decal. Delicata per diversi motivi, a partire dalla complessità della bocca sorridente anteriore, dalle bandiere russe sulle code rivettare, al fatto che la prima e ultima esperienza con l'ammorbidente mi aveva lasciato molto deluso. Questa volta devo dire che è andata molto bene, visto che le decal della Zvezda e della Begemot hanno reagito abbastanza bene al MicroSol imprestatomi/omaggiatomi dall'amico Guido 'tapiro' (grazie!). Per la (mia) prima volta le decal hanno reagito in modo prevedibile e si sono adattate bene anche alle superfici più complesse come le code.

Un po' meno bene è andata con la grande bocca sorridente, che ha iniziato inspiegabilmente a rompersi in diversi pezzi appena appoggiata sulla superificie. Strano, perché fa parte dello stesso foglio delle bandiere e dei codici gialli, che non mi hanno dato questo problema. Comunque il lavoro di collage ha abbastanza funzionato e il puzzle-decal si è ricomposto, ma con la parte superiore sarà un calvario, perché sarò costretto a tagliarla in molti pezzi su misura, per poterla adattare alle superfici complesse. Se le cose dovessero prendere una brutta piega (letteralmente) sarò costretto a togliere tutto e passare all'aerografo.

Il lavoro di applicazione delle decal ha richiesto diverse ore. Per adeguare la grande decal alla curvatura sferica dell'elicottero, ho praticamente mutuato dalla grafica 3D la tecnica della "triangolazione", ritagliando la decal in molti pezzi e ricomponendola un po' alla volta. Dato che la superficie non è solo sferica e presenta diverse sporgenze, per evitare errori e poter fare delle prove e capire dove di volta in volta fosse meglio tagliare, ho stampato una copia su carta e la ho utilizzara da bagnata per le prove.

Dopo ogni pezzetto ho dovuto fare una pausa, per dare il tempo all'ammorbidente di asciugare e quindi è stato un lavoro abbastanza lungo, durante il quale ho approfittato anche per sistemare le tante decal fornite dagli ottimi fogli della Begemot.
Alla fine il risultato mi soddisfa (ancor più per la fatica con cui l'ho ottenuto) e il piccolo доброе утро (Buondì in russo) mi sorride felice e contento.
Eccolo qui ancora lucido che attende il suo lavaggio con l'olio.

Le ultime fatiche hanno riguardato il lavaggio a olio e la realizzazione dello sporco dei fumi di scarico, per il quale mi sono ispirato a questa foto del soggetto originale, ma senza esagerare.
Il kit mi è "costato" circa 46 ore di lavoro, che però ho dedicato molto volentieri a questo soggetto, perché nonostante le forme sgraziate mi ha appassionato in modo particolare.
A questo punto posso considerare finito il modello, anche se mi riservo più avanti di imbasettarlo con un'idea folle che mi è venuta.

Quando vidi per la prima volta questa foto che ritrae la tipica piattaforma di appontaggio di questo genere di elicotteri ne rimasi subito colpito. Una grande rete di canapone annodato che immagino serva per aiutare gli operatori nel blocco del velivolo una volta appoggiato sul ponte, spesso con grande difficoltà.

Ebbene, colto da un insano moto di stachanovistico entusiasmo, ho deciso di regalare al mio piccolo Kamov un saldo appoggio e mi sono messo con l'instancabile costanza di un solerte marinaio russo a riprodurre con ago e filo ognuno dei 656 nodi della "grande" rete, più 22 nodi per fissarla ai ganci!
Dopo lungo studio delle foto ravvicinate, credo di aver riprodotto abbastanza fedelmente il particolare tipo di nodo, che immagino non sia molto semplice in scala 1:1.
Per ottenere questa riproduzione mi sono creato una specie di telaio su cartoncino, dove ho prima tirato le corde in una direzione e poi annodate quelle ortogonali.
Ho utilizzato un filo di medio spessore che non presentasse i fastidiosi pelucchi tipici del filo da cucito, che poi ho dipinto del colore della corda reale. Sono soddisfatto del risultato, anche perché credo di essere riuscito a riprodurre abbastanza fedelmente anche la tensione della rete, utilizzando un nodo particolare anche in questo caso.

Dopo diverse ore di paziente e stachanovistivo lavoro, ho finalmente creato i ganci con del filo elettrico e li ho saldati alla basetta che riproduce i tipici colori della piattaforma d'appontaggio.
Ho riprodotto anche le calotte in vetro delle luci di segnalazione, utilizzando del KristalKlear, che fa un bellissimo effetto dal vivo, ma scompare nelle foto (si nota solo un po' nell'ultima foto).
Il risultato comunque è questo:



Sono molto soddisfatto dell'effetto finale della corda, anche perché ho sfruttato l'effetto restringente del filo quando si asciuga per fargli prendere la giusta tensione.

Concludo con un'ambientazione adeguata alla campagna, con il piccolo Kamov della Guardia Costiera sulla sua piattaforma "un po' a Nord".
Speriamo solo che non si metta a battere i denti!!


© Michele Raus | Club Modellismo Più Trento